domenica 28 ottobre 2012

Eskimo #02

Come vennero le renne


Le renne mancavano agli uomini e allora uno di essi scavò una profonda buca nel terreno e ne vennero fuori tante, tante che la Terra ne fu quasi coperta. Il buon cibo per gli abitanti era assicurato ed era stato un dono della Terra.

Una volta non c'erano renne sulla Terra.
Ma poi a un uomo venne voglia di questi animali.
Egli scavò una gran buca profonda nel terreno, e da questa vennero su delle renne, molte renne.
Esse uscirono riversandosi sulla Terra, finché questa ne fu quasi coperta.
E quando l'uomo pensò che ce n'erano ormai abbastanza per l'umanità, chiuse la buca.
Fu così che le renne vennero sulla Terra.

da "Il Corvo Bianco. Miti e leggende degli Eschimesi a cura di Silvio Zavatti"

"E quando l'uomo pensò che ce n'erano ormai abbastanza per l'umanità, chiuse la buca."
Tipico della mentalità eschimese, popolo di gente buona, onesta, generosa, sempre sorridente.
Il futuro non esiste, il passato conta poco.
L'eschimese vive nel presente, secondo quanto gli viene offerto dalla giornata che sta vivendo.

domenica 21 ottobre 2012

Fovea Hex - Live@Viote di Monte Bondone


16 Luglio 2008
Con l'amico Ezio in Trentino, doppietta di meraviglie.
Dapprima la presentazione di "Cima Verde", lo splendido paesaggio sonoro che Chris Watson ha raccolto nei pressi di Monte Bondone.
Poi, nel tardo pomeriggio fino a serata inoltrata, il concerto di Fovea Hex.
Naturalmente ho registrato il concerto: Clodagh Simonds mi ha pregato di non pubblicarlo, non era soddisfatta della performance (Colin Potter, complici le birre, ogni poco si allontanava dal mixer e sono capitati 3 o 4 larsen).


Insomma, dopo 4 anni io non sto più nella pelle per condividere questa registrazione, è abbastanza buona, merita.
2 semplici microfoni ad elettrete, il solito minidisc, e via ...
Trovate i brani qui.











sabato 13 ottobre 2012

Il Respiro delle Dighe

E' stato un lavoro lungo: ascoltare ore di registrazioni, selezionare, scartare suoni (a malincuore), estrarre il respiro della macchina-diga.
L'amico Luís Antero ancora una volta mi regala spazio sulla sua netlabel.



Dighe, scaricabile gratuitamente qui.


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01
Si Sale
Siamo saliti alla diga del Venerocolo a piedi, il field recording richiede fatica.
Arriviamo al rifugio alle 12.30 di lunedì 4 luglio; subito un bel pranzo ristoratore, con zuppa d’orzo e polenta e capriolo; vino rosso.
Nel pomeriggio le prime riprese e le prime prove di registrazione.
Martedì  i guardiani ci hanno fatto provare l’ebbrezza del viaggio in funivia. Alla stazione i potenti rumori elettrici intonano la loro canzone.
Da qui in poi la diga del Venerocolo ci offre tutta la sua policromia di suoni.
Periodicamente vengono verificati gli organi di scarico di fondo, ed un’enorme quantità d’acqua versata a valle; è un test che garantisce che tutto funzioni correttamente se fosse necessario svuotare con urgenza la diga.
La sicurezza non basta mai, se gli organi elettrici dovessero fallire, una pompa diesel è pronta ad intervenire.
All’interno le perdite d’acqua sono convogliate in stramazzi, misurate e tenute sotto controllo.
Risalendo la montagna si arriva al fronte del ghiacciaio, che dona la sua acqua convogliandola in bocche, suggestive grotte di ghiaccio ricoperte di massi. In zona eseguiamo un po’ di registrazioni. Aspettiamo che alcuni dei grossi massi cadano dall’alto del fronte di ghiaccio.
L’acqua è troppo preziosa per essere gettata via: l’eccesso della diga del Pantano viene convogliato al Venerocolo da una lunga condotta sotterranea, scavata nella roccia; nei punti di controllo è visibile tramite un cunicolo.
L’aria della condotta, sotto la pressione dell’acqua, produce sbuffi periodici.
Torniamo dentro il Venerocolo: la diga è suddivisa in elementi, collegati tra loro da un lungo tunnel: ogni elemento ha il suo stramazzo.
02
Organi di Fondo
03
Pompa Diesel
04
Stramazzi EL6
05
Bocca del Ghiacciaio
06
Cunicolo
07
Sbuffo d'Acqua
08
Vento
09
Motori Esterni
10
Canale di Collegamento
11
Ancora Vento
12
Stramazzi EL5
13
Tunnel-Posizione 23
14
Elementi 4-5
15
Venerocolo-Lavedole-Pantano
Dopo un’intera mattinata dentro la diga del Venerocolo alla ricerca di racconti sonori che solo lei può conoscere, un panino, e via, discesa in funicolare fino allo smistamento di Lavedole e da lì risalita al Pantano.
Due i protagonisti: l’enorme diga e Giacomo, il loquace guardiano, anziano di 23 anni di guardiania.
Racconti dettagliati delle mille e più operazioni e monitoraggi necessari per mantenere vivo ed efficiente l’organismo–diga.
E … all’interno c’è da rimanere a bocca aperta, 32 elementi, l’Elemento 18, il cuore della diga: pompe, saracinesche, manometri, pressostati e altro ancora; la diga respira e pulsa.
Prima di tornare al rifugio, Raffaele ci fa un ultimo regalo, un test della sirena d’emergenza: nulla viene dato per scontato.
16
Il Respiro della Diga
17
Il Cuore della Diga
18
Sirena
19
Turbina
Ultimo giorno, la centrale del lago Benedetto.
Con due diverse funicolari Pierluca ci porta giù ai due alternatori da 12 MWatt ciascuno.
Tutta l’acqua raccolta dalle dighe viene convogliata alle turbine dalle condotte forzate, la centrale è l’ultimo anello di tutta la catena: la potenza dell’acqua finalmente diventa energia elettrica.
Qui tutto è sotto controllo, le lancette e il display degli strumenti inchiodati con precisione millimetrica.
Visita alla condotta forzata: 400 metri di salto, scavato nel ventre della montagna, con tanto di camminatoio a lato per l’ispezione; un totale di 1700 gradini, che si percorrono in circa 40 minuti.
Il portellone di ferro, spesso una spanna, che chiude la galleria conclude con uno schianto la nostra incredibile avventura.

lunedì 6 agosto 2012

Viaggio fonografico

In giro per i boschi ed i prati intorno a Schadnerhof
Vento, insetti, aerei, cinguettii; un trattore, voci umane, un uccello si fa sentire da lontano.
E ancora: quattro torelli curiosi si avvicinano, mentre da lontano qualcuno taglia delle travi e le carica su un furgone.
Il tutto raccontato in 14 minuti.

 

domenica 29 luglio 2012

Ancora musici!

Il giorno dopo, temporale.

Ma la serata sarà allietata stavolta da quattro goliardoni: il chitarrista di ieri, ben due fisarmoniche e addirittura un contrabbasso.



sabato 28 luglio 2012

La musica dal bosco

A spasso con Stella, microfoni e registratore. Saranno state le 8, dopo cena.
Grilli, cicale, passa un auto, un aeroplano.
Da lontano arriva, portato dal vento, la musica di un trombone e una fisarmonica; mi fermo e registro un po'.
Che faccio, vado a vedere di che si tratta? Certo!
Arrotolo i cavi in fretta e furia, raccolgo la strumentazione, un fischio a Stella e giù per lo sterrato alla ricerca della sorgente di allegria.


Eccoli, 3 goliardoni, trombone, chitarra e fisarmonica.
Chissà perché mi parlano prima in tedesco e poi in inglese. Va beh, siamo in Alto Adige tutto sommato.
Solo il giorno dopo scopro che eravamo tutti quanti italiani!





Resto un po', poi torno a Schadnerhof, mi metto sulla panchina fuori dalla chiesetta e registro ancora un po'.

La luna intanto è sorta, e i miei pensieri vagano lontano.

Qui i suoni di quella sera.






domenica 5 febbraio 2012

Dighe!


Venerdì, 3 giugno 2011 
Dopo una prima escursione esplorativa il 3 giugno 2011, il 4 luglio siamo tornati, Lorenzo, Ezio ed io, per documentare in video e audio le dighe del Venerocolo e del Pantano. Quattro indimenticabili giorni al Rifugio Garibaldi.
Lunedì, 4 luglio 2011
Cominciamo bene, nell’aprire la penna è esplosa… inchiostro dappertutto!
Arriviamo al Garibaldi verso le 12.30, pranzo con zuppa d’orzo e polenta e capriolo. Non manca qualche bicchiere di vino rosso.
Prendiamo possesso della stanza, riposiamo un po' e si comincia.
Purtroppo subito scopro che il DAT non va, tutto il pomeriggio va perso in prove e tentativi di farlo ripartire.
Al ritorno il Tascam riprenderà a funzionare correttamente, probabilmente un problema di pressione ad alta quota.
Decido che da domani userò il Minidisc, sperando che almeno quello non mi abbandoni; provvidenzialmente pochi minuti prima di partire ho infilato nello zaino l'NH900 e un po' di microfoni ad elettrete.

Martedì, 5 luglio 2011
I ragazzi della diga sembrano ben disposti nei nostri confronti, ci fanno assistere al loro lavoro,
che consiste nel testare motori e pompe da utilizzare in caso di emergenza.
Ci fanno anche fare una discesa e una salita con la funicolare.
Dopodiché ci separiamo, Ezio ed io ritorniamo in zona ghiacciaio per eseguire un po’ di registrazioni.
Speriamo che due grossi massi cadano dall’alto del fronte di ghiaccio, ma nonostante la pazienza non succede nulla.
Altre due penne “scoppiano” e verso sera la videocamera comincia a funzionare male, lo zoom non va.
Dopo cena i ragazzi della diga salgono al rifugio: ci raccontano un po’ di cose riguardo le dighe che mai avrei immaginato.
Poi si comincia a discutere dell’episodio di Carlo Giuliani e gli animi si accendono.

Mercoledì, 6 luglio 2011
La giornata si preannuncia piena di eventi interessanti: la mattina abbiamo libero accesso alla diga del Venerocolo per costruire un po’ di ambienti sonori, il pomeriggio si partirà per la diga del Pantano.
Dopo qualche episodio a tre (io, con l’aiuto di Ezio, raccolgo suoni e Lorenzo mette su nastro le immagini delle operazioni dei due guardiani), ci separiamo.
Ezio ed io, mentre Lorenzo filma altrove, battiamo la diga in lungo ed in largo, alla ricerca di racconti sonori che solo la diga può conoscere.
Passa così l’intera mattinata.
Un panino, e via, discesa in funicolare fino allo smistamento di Lavedole e da lì risalita al Pantano.
Qui facciamo due conoscenze: l’enorme diga (enorme rispetto a quella del Venerocolo) e Giacomo, il loquace guardiano, anziano di 23 anni di guardiania.
Prima all’esterno, poi all’interno mentre Lorenzo procede con le sue riprese, racconta ad Ezio e a me nei dettagli le mille e più operazioni e monitoraggi necessarie per mantenere vivo ed efficiente l’organismo–diga.
All’interno c’è da rimanere a bocca aperta, l’Elemento 18, il cuore della diga, potrebbe fungere da parcheggio per un numero imprecisato di TIR e, anche se vanno via via rimpicciolendosi a partire dal centro verso l’esterno, gli elementi sono 32!
A malincuore Giacomo ci saluta, avrebbe ancora centinaia di cose da raccontarci, ma non è detto che non dedichiamo una giornata per andare a trovarlo.
Concludiamo la giornata fonografica cercando di catturare il respiro della diga del Venerocolo, piazzando i microfoni a contatto sulle ringhiere del sopra-diga.
Dopo cena tornano al rifugio i due guardiani, Raffaele e Pierluca, ed insieme ai due ragazzi del soccorso alpino giunti in giornata, intorno ad abbondante punch caldo, intavoliamo una bella chiacchierata di quelle che nascono ai rifugi.
L’argomento principe? Beh, a nessuno interessava il calcio.

Giovedì, 7 luglio 2011
Oggi è il giorno della centrale del lago Benedetto.
Con due diverse funicolari Pierluca ci porta giù ai due alternatori da 12 MWatt ciascuno.
Qui purtroppo (e per fortuna) tutto è sotto controllo e fila liscio come l’olio, nessun evento eccezionale, nessun allarme, le lancette e il display degli strumenti inchiodati con precisione millimetrica.
All’interno della centrale raccogliamo immagini e suoni finché convinciamo Pierluca a farci ascoltare-vedere la condotta forzata: 400 metri di salto, scavato nel ventre della montagna, con tanto di camminatoio a lato per l’ispezione; un totale di 1700 gradini, che si percorrono in circa 40 minuti.
La sequenza del portellone di ferro, spesso una spanna, che chiude la galleria conclude con uno schianto la nostra incredibile avventura.
E’ tempo di tornare a casa, a lavorare di editing.