venerdì 15 maggio 2009
Quando facevo il geofisico (Turchia) Estate-Autunno 1987
Uno dei miei sogni?
Far sorridere un bambino.
Qui ci sono riuscito con quattro, l'Universo era con me
domenica 10 maggio 2009
12-13 Aprile 2009: Azzone verso la Presolana
sabato 2 maggio 2009
Quando facevo il geofisico (Turchia) Estate-Autunno 1987
Foto di Gruppo
Ahimè Maurilio è dietro la fotocamera a riprendere noi.
Quando facevo il geofisico (Turchia) Estate-Autunno 1987
Memét
Un giorno, controllando con la bussola, mi sono accorto che non era orientato verso la Mecca.
Gliel'ho fatto notare e lui, senza battere ciglio, mi ha chiesto l'orientamento giusto, ha riposizionato il tappeto ed è ripartito da capo.
Quando facevo il geofisico (Turchia) Estate-Autunno 1987
Mustafà
Correva l'anno 1988, Mustafà aveva 50 anni, una figlia di 25 anni (molto brutta secondo lui, ah, l'amore paterno) ed una moglie di 26 (molto bella secondo lui, la prima moglie era ahimè morta).
Voleva a tutti i costi che chiedessi l'autorizzazione per andare in una cittadina vicino a Tatvan, così lui sarebbe stato costretto ad accompagnarmi. Lì per lì non ho capito il perchè, poi me l'hanno spiegato: nella cittadina c'era un postribolo dove il buon Mustafà voleva scaricare le sue ansie.
Alla fine un giorno ci siamo dovuti andare per forza a fare acquisti di materiale elettrico, lui è scomparso per un paio d'ore, io ho rischiato la lapidazione fotografando la gente del paese che alla fine, appunto, mi ha scacciato a sassate.
Quando facevo il geofisico (Turchia) Estate-Autunno 1987
Alì
Un giorno semplicemente non si è più presentato al lavoro, aveva sentito aria di neve ed era rimasto a riparare il tetto della casa.
Dietro a lui Maurilio, prezioso collega, ma soprattutto grande amico.
Quando facevo il geofisico (Turchia) Estate-Autunno 1987
Il Pastore
L'incontro con questo pastore (ce n'era anche un altro con lui) ha causato inizialmente un po' di panico.
Eravamo soli, Maurilio ed io, in avanscoperta su un sito per verificare la fattibilità del sondaggio.
Io ero alla guida della Jeep; ci siamo fermati in mezzo al nulla e d'incanto siamo stati circondati da pecore e capre che ci avrebbero impedito un'eventuale fuga.
In realtà i pastori erano solo curiosi di sapere cosa facevamo lì; Maurilio gli ha offerto un pacchetto di Marlboro ed il tipo della foto insisteva per sdebitarsi.
Gli ho fatto capire che avrei gradito un sorso di latte di capra, non avendone mai assaggiato, ma il pastore con somma desolazione mi disse che non era il momento della mungitura.
Dopo una mezzoretta, contentone come una pasqua, arriva con una tazza con dentro di tutto tra cui latte. Maurilio ha mormorato a denti stretti "Mo Carletto son cazzi tuoi", ed io ho ingollato il contenuto della tazza.
Il sapore era simile a quello che dovrebbe avere l'acqua di una vasca da bagno in cui si sia gettata una pecora sudata.
Maurilio e le sue Marlboro ...
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